L’ambliopia è una sfida ancor prima di una patologia e richiede una diagnosi precoce e accurata per prevenire implicazioni a lungo termine sulla vista del bambino. Familiari e insegnanti sono spesso tra i primi a notare segnali anomali nel comportamento visivo dei bambini, quali difficoltà nella lettura o nell’osservazione di dettagli, che possono indicare la presenza di ambliopia.
La comprensione della storia familiare e l’utilizzo di test specifici, come il cover test, sono fondamentali per delineare un quadro clinico preciso e intervenire con strategie terapeutiche mirate. L’attenzione a questi segnali iniziali e la successiva valutazione specialistica sono pertanto essenziali per affrontare con successo questa condizione e salvaguardare lo sviluppo visivo del bambino.
I familiari e la scuola possono cogliere i primi segnali
I familiari e il personale scolastico giocano un ruolo cruciale nel riconoscimento precoce dei segnali di ambliopia nei bambini. Spesso, sono i primi a notare anomalie nel comportamento visivo, come difficoltà nel leggere, inclinazione della testa in modo anomalo durante la visione di oggetti o la televisione, strizzare gli occhi frequentemente, o manifestare problemi di coordinazione occhio-mano.
In ambito scolastico, gli insegnanti possono osservare se il bambino evita attività che richiedono precisione visiva o se manifesta difficoltà nell’apprendimento legate alla vista. La segnalazione tempestiva di questi primi campanelli d’allarme ai professionisti sanitari può accelerare la diagnosi e l’implementazione di strategie terapeutiche adeguate, fondamentali per correggere l’ambliopia e promuovere uno sviluppo visivo ottimale.
L’importanza della anamnesi familiare
Una volta colti i primi segnali che potrebbero potenzialmente far pensare che il bambino possa essere affetto da ambliopia è opportuno recarsi da uno specialista, preferibilmente su suggerimento del pediatra.
Uno dei primi aspetti che l’oculista pediatrico potrebbe vagliare è la presenza in famiglia di patologie analoghe: ecco quindi che l’anamnesi svolge un ruolo di primissimo piano. Questa fase di raccolta informazioni consente ai professionisti sanitari di comprendere meglio il contesto familiare del paziente, valutando la presenza di eventuali pattern ricorrenti o malattie oculari che potrebbero influenzare lo sviluppo visivo del bambino.
Ecco alcune delle domande che potrebbero essere poste:
- Presenza di ambliopia o occhio pigro nella famiglia: “Vi sono casi di ambliopia o disturbi visivi simili in famiglia, inclusi genitori, fratelli, sorelle o altri parenti stretti?”
- Storia di problemi refrattivi: “Qualcuno in famiglia porta occhiali o lenti a contatto per correggere difetti visivi come miopia, ipermetropia o astigmatismo?“
- Interventi chirurgici oculari: “Ci sono stati casi di interventi chirurgici agli occhi o trattamenti per patologie oculari nella storia familiare?“
- Condizioni mediche correlate: “Nella famiglia ci sono stati episodi di malattie che possono influenzare la visione, come il diabete o patologie neurologiche?“
- Sviluppo visivo nei primi anni di vita: “Vi sono stati ritardi o anomalie nello sviluppo visivo nei membri più giovani della famiglia?“
- Uso di occhiali o trattamenti in età precoce: “Qualcuno in famiglia ha iniziato a utilizzare occhiali o a seguire trattamenti per problemi visivi da molto giovane?“
Test specifici, il cover test
Il cover test[1] è una procedura diagnostica cruciale nell’identificazione e valutazione dell’ambliopia nei bambini, nonché nell’individuazione di possibili disturbi di allineamento degli occhi, come lo strabismo. Questo test semplice quanto efficace è fondamentale per comprendere come ciascun occhio contribuisce al processo visivo e per determinare se esiste un’asimmetria funzionale tra i due occhi.
Durante il cover test, l’oculista o l’ortottista chiede al bambino di concentrarsi su un oggetto posto a una certa distanza, generalmente un carattere su una tavola optometrica o un oggetto vicino per valutare anche la visione da vicino. L’esaminatore copre alternativamente ogni occhio con una paletta o un apposito dispositivo, osservando attentamente la reazione dell’occhio non coperto. Quando un occhio viene coperto, l’altro deve mantenere la focalizzazione sull’oggetto. Se l’occhio scoperto si muove per riacquistare la focalizzazione sull’oggetto, ciò indica la presenza di un problema di allineamento, come lo strabismo, che spesso accompagna l’ambliopia.
Il cover test si divide in due fasi principali: il cover test alternato e il cover test unico. Nel cover test alternato, l’esaminatore copre e scopre alternativamente gli occhi per osservare eventuali movimenti correttivi in entrambi gli occhi, il che può indicare un allineamento anomalo latente o manifestato. Nel cover test unico, un occhio viene coperto per un breve periodo per vedere se l’occhio non coperto si muove per stabilire la fissazione, indicando così un possibile strabismo.
Questo test è fondamentale per stabilire se l’ambliopia deriva da un disallineamento degli occhi (ambliopia strabica), poiché permette di valutare la capacità di ciascun occhio di assumere la funzione visiva principale. Inoltre, il cover test aiuta a determinare la severità dello strabismo e a pianificare un trattamento appropriato, che può includere l’uso di occhiali, patching (occlusione dell’occhio dominante) o esercizi visivi.
[1] Fonte: https://eyewiki.org/Cover_Tests
Link interno suggerito a > Ambliopia nei bambini: quali sono i sintomi precoci da riconoscere